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I disturbi uditivi rappresentano un serio problema medico e sociale che colpisce oltre il 10% della popolazione, causando danni e cambiamenti nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione anche nell’età infantile ed in quella giovanile. La sordità è la perdita parziale o totale dell’udito in uno od entrambi gli orecchi, le cui cause possono scaturire da diversi fattori; quali l’inquinamento acustico ambientale, i traumi dell’osso temporale (frattura della base cranica, perforazione della membrana timpanica), l’ereditarietà (50%), l’uso di farmaci ototossici e la patologia infiammatoria o tumorale. Nel sospetto di una causa ereditaria, per individuare i portatori sani, gli esperti suggeriscono di procedere con uno screening genetico nella fase prenatale.

Secondo le statistiche i disturbi uditivi colpiscono per lo 0,2% bambini al di sotto dei cinque anni di età, le percentuali aumentano con l’innalzarsi dell’età, si parla infatti del 40% circa per gli adulti al di sopra dei 70 anni. L’udito è una delle funzioni fondamentali nella comunicazione, la cui perdita può comportare notevoli disagi sociali; per questo motivo, in presenza di disturbi auricolari, è sempre consigliabile eseguire  una accurata visita specialistica che permetta di individuare la causa e pianificare una possibile soluzione. In questo senso, è di fondamentale importanza una precisa valutazione audiologica, basata essenzialmente su un esame audiometrico tonale, consistente nella misurazione della soglia uditiva per via aerea e per via ossea, ed eventualmente su quello audiometrico vocale. La misurazione della soglia audiometrica per via aerea, consiste nell’inviare degli stimoli acustici tramite cuffia o altoparlante (per l’esame in campo libero), nell’esame per via ossea invece ci si avvale di vibratori posti sull’osso mastoideo situato dietro al padiglione auricolare per ottenere una stimolazione diretta dell’orecchio interno. Tra i principali disturbi dell’orecchio la patologia più ricorrente è l’ipoacusia, la cui insorgenza, monolaterale o bilaterale, riguarda la diminuzione delle capacità uditive di un soggetto.

L’ipoacusia viene classificata in cinque tipologie:

- di tipo centrale: il danno è localizzato a livello dell’encefalo e la difficoltà del paziente è legata alla comprensione del segnale verbale; 

- di tipo trasmissivo: interessa  il sistema di trasmissione del suono, dal condotto uditivo esterno all’ultimo    degli ossicini(staffa);

- di tipo neurosensoriale: dovuta ad una lesione  dell’orecchio interno o del nervo acustico;

- di tipo misto: caratterizzata dalla associazione della componente neurosensoriale con quella trasmissiva;

- di tipo funzionale: non sono presenti alterazioni nella trasmissione e/o ricezione del suono ed il disturbo ha origine da un problema di natura psichiatrica.



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