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La sindrome del tunnel carpale (nota anche con l’acronimo STC) è una neuropatia che colpisce l’arto superiore, in particolare il nervo mediano che collega il plesso brachiale alle prime tre dita della mano, attraversando longitudinalmente tutto il braccio. È la più frequente fra le cosiddette sindromi canicolari (espressione con la quale si fa riferimento a quelle sindromi che si manifestano a causa di una compressione dei nervi che decorrono nelle strutture articolari od osteo-legamentose; oltre alla sindrome del tunnel carpale sono molto note anche la sindrome del tunnel radiale e la sindrome del tunnel cubitale).

Nel caso della sindrome del tunnel carpale il problema è causato dalla compressione del nervo mediano all’altezza del canale carpale del polso (il tunnel carpale è un canale che oltre al nervo contiene tutti i tendini flessori delle dita e le loro guaine), dovuto a un ispessimento patologico del legamento traverso del carpo, il più tipico dei disturbi che colpiscono l’arto superiore, soprattutto per ciò che riguarda il tratto distale.

Come accennato in apertura, la sindrome del tunnel carpale è una neuropatia di riscontro piuttosto frequente (la sua prevalenza, infatti, si aggira fra il 5 e il 16% della popolazione generale); il disturbo colpisce in particolare le donne (rapporto 3:1), in prevalenza quelle di età compresa tra 35 e 60 anni ed è spesso legata ad attività amanuensi, tipiche di chi svolge attività di sartoria o dattilografia o di chi lavora come casalinga. 

Il quadro clinico è spesso progressivo; in linea generale si possono distinguere tre fasi della malattia; nel corso della prima fase, quella algico-irritativa, il soggetto avverte fastidiose sensazioni di formicolio o di insensibilità alla mano che si manifestano soprattutto nel corso della notte (si ritiene che ciò sia dovuto alle stasi linfatica e circolatoria legate all’immobilità dell’arto durante il sonno), rendendo difficile il riposo; in questa fase è presente anche una certa dolenzia di intensità variabile nella zona di distribuzione del nervo mediano (le prime quattro dita).

In seguito la patologia può progredire e il soggetto riferisce una maggiore intensità del dolore che fa la sua comparsa anche durante il periodo diurno; la dolenzia, spesso accompagnata da fastidiose parestesie, può estendersi dalla mano a tutto l’arto superiore e persino alla spalla. In questa seconda fase, detta parestetico-dolorosa, come facilmente si può intuire, si assiste a un notevole peggioramento della qualità della vita in quanto l’acutizzarsi della patologia rende piuttosto difficoltoso compiere determinati movimenti ed è causa di numerosi risvegli durante le ore notturne.

La terza fase della malattia, quella atrofico-paralitica, è caratterizzata da un notevole peggioramento della sintomatologia e si arriva persino all’impossibilità di compiere determinati gesti o movimenti o di stringere oggetti, sino a giungere all’atrofia muscolare, in prevalenza per i muscoli alla base del pollice.

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